domenica 11 agosto 2013

In trappola.

L'ultima volta che si era trovata chiusa da qualche parte senza poterne uscire - contro la sua volontà - era stato ormai tanti, troppi anni fa. La cella della Badass, diventata poi la sua cabina ad un certo punto - durante una maturazione o una decisione che non ha ben capito quando è successa - e rimasta così per sua scelta.
Adesso si trova a fissare distratta la porta serrata oltre il tavolo degli interrogatori - cella o stanza, labile il confine per trattenere una della Casa -, seduta su una brandina cigolante con una tazza di caffè ormai vuota tra le mani. Non sembra capace di lasciarla andare.
Se chiude gli occhi e ascolta con attenzione - udito da musicista -, può quasi sentire i passi degli stivali dei secondi che si aggirano per i corridoi dello sceriffato di Timisoara.

Si è trovata a fissare troppe porte chiuse, ultimamente.
Toccare il suolo ove fino a qualche giorno fa sorgeva l'Hudson's Siren - affondare i polpastrelli nella terra polverosa e vedere sentire provare tutto ciò che è successo lì.Trovarsi davanti la faccia di Haggerty - la sua ansia così divorante da farla rigirare nel letto per notti insonni -, la bomba nel bagno, il timer. Il dolore, nel constatare che davvero l'uomo che aveva aiutato a costruire quel posto, a battezzarlo - Katerina impazzirà - non ha esitato a farlo saltare in aria.
Affrontarlo giorni dopo, cercato con il respiro affannoso in tutto Hall Point dopo averlo intravisto nella luce rossastra dei neon della Roadhouse.

« Ho fatto la cosa giusta. Non ho ucciso nessuno. Ho impedito che Blackbourne uccidesse qualcuno. 
»

Lo stesso Bill Blackbourne che l'ha pagata per consegnare un messaggio - per una notte di sesso - all'uomo che ha voluto sfregiare con quel messaggio. Quello che ha impedito venisse giustiziato e che ancora tenta di scappare, come legge in apprensione nella rete cortex.
Joe Black e il Lupo dagli occhi blu.
Aileen non sa più come fare per aiutare a tenere insieme una Famiglia che sta cadendo a pezzi, dilaniata dall'interno e dagli avvoltoi che fiutano la decadenza in cui sta precipitando Dragan.
E' con quella stessa disperazione che si aggrappa ad Haggerty, seppellendogli ciglia umide nel collo - non era stata capace di denunciarlo, non avrebbe mai potuto sparargli. Che gli chiede se può rimanere per quella notte e avere indietro una risposta colma di disagio.
E' la disperazione - triste amara malinconia - che le fa poggiare la fronte - passi silenziosi in corridoi vuoti - sulla porta della sua cabina. Chiusa a chiave.
Aileen sembra avere tutto, in questo 'Verse: potere, segreti, favori. Ma non sembra possedere le giuste chiavi per entrare in chi continua a tenerla fuori, con ostinato silenzio.
Era davvero rimpianto quello sentito sotto le dita giorni fa?

Annullarsi nell'ennesimo uomo conosciuto per caso, in posti dove una brava signorina non dovrebbe mai andare - c'è molto più di ciò che non appaia in lei. Dopo avergli poggiato una mano addosso, essere risucchiata da una violenza così torbida e viva da lasciarla senza fiato. E scegliere - contro ogni logica contro ogni ragione - di lasciarsi mangiare viva, per sentirsi viva.
Guardarlo negli occhi e gettare le armi, dopo essersi bruciata città alle spalle e aver avvelenato pozzi, senza aver fatto prigionieri.

« You're fucked up. Like me. »
Non gli avrebbe mai dato ragione se non col corpo. 'Ché lei non implora.
Partire per il suo incarico - per Polaris - con la prima nave disponibile, prima di venire fermata alla dogana dal Primo Ufficiale Wright. Sentirsi sbattere in faccia con un ghigno ciò che non avrebbe mai voluto sentire - sospettata per concorso in atti di pirateria.
La calma - e lo sguardo buio, come quello di Joe - di Hale, la richiesta di Rooster.


« Katerina Momic. »

La sua libertà - la sua dignità, la sua reputazione nella Casa - per consegnare alla Confederazione forse l'unica persona che non sarebbe mai capace di barattare di tradire. No.
E le minacce sulla prigione confederata - 
« Non ti daranno dieci ore. » - le sgranano le vertebre con dita gelide, facendola rabbrividire mentre Jack esce dalla porta e se la chiude alle spalle - forse ti prego è solo il Dexepam che finisce il suo effetto.
Alzò lo sguardo verso il soffitto, in cui è incastrato il registratore. In trappola.
Si rese conto per la prima volta, con lucida disperazione, di essere davvero fottuta.