martedì 4 giugno 2013

Mantra.

Incontrare il lupo dagli occhi blu in una bettola di Maracay - Sangre Amargo.
Odore di spezie, di fumo, di umanità aggrovigliata assieme.
Il galoppare furioso del cuore contro le costole al ritmo del tamburo del percussionista strafatto nell'angolo, dei piedi scalzi della ragazza mulatta che ha cominciato a ballargli davanti sul pavimento sudicio.
L'incendiarsi del sangue al suo respiro contro l'orecchio - 
«Mi sto trattenendo dal baciarti.» - il posarsi di quelle labbra sulla sua bocca - un bacio di rum e promesse - prima di staccarsi e lasciarla assetata.
Infatuata.
Prendere la prima nave per Safeport, di Skyplex in scalo - sempre più lontano sempre meno navi - per andare a soccorrere l'uomo dagli occhi neri che pare diventato il fantasma di se stesso.
Immaginarsi, in quel tragitto nello spazio buio, stretta tra casse di carne secca armi e galline, cosa dirgli, come aiutarlo. Come fare per guardarlo e non trovarci uno sconosciuto, dietro quello
sguardo.

«Quella testa di cazzo si è sparato da solo, capisci? Si è sparato e ora non so nemmeno se sopravvive. Vedi di inventarti qualcosa.»

Aileen non sa più neanche come prenderlo, Joe Black, senza rischiare di farlo ancora più a pezzi - l'odore ferroso del sangue come un pugno al cervello.
Guardare il cortex in attesa di notizie, che arrivi un messaggio - qualsiasi parola ti prego dimmi qualcosa - da colui che ha smesso di farsi sentire da un po', ormai.
Che anche dopo quello che è successo - l'Unification Day la bomba l'esplosione - e il suo chiedergli se stesse bene e il pregare che non fosse a Cap City, ha ricevuto solamente una fredda risposta, che probabilmente le ha scritto perché la cortesia corer - quel chimico del cazzo - c'è l'ha nel sangue. E che forse, nei suoi panni, lei avrebbe fatto esattamente la stessa cosa.


«Se fosse così, allora neanche io sarei una brava persona. E forse hai ragione.»
«Forse ho ragione.»

Scoparsi Fenix in un corridoio di Hall Point, schiantare la bocca contro la sua e baciargli via qualsiasi replica avesse voluto darle - disperazione e lussuria. Quasi avesse sperato che perdersi ancora, come sempre, in qualcun altro avrebbe fatto andare via quel dolore pulsante annidato nel ventre, quel sapore amaro sulla lingua.

Lei non è era una brutta persona.
Un mantra che ha iniziato a ripetersi da quando Haggerty le ha insinuato questo dubbio, che serpeggia sottopelle e non ha intenzione di andarsene. E non bastano le unghie di qualcuno per grattarlo via, non basta l'umido di Maracay o la nebbia di Safeport.

Il suo Touzi le ha detto di lasciarla, questa vita - attrazione irrazionale per il pericolo. Forse è questo, il suo vero amore. Forse è genetica, forse il morbo che ha irretito suo fratello alla fine ha preso anche lei.
Vaffanculo, Michael Ward, ovunque tu sia.
Lei ci prova a smettere, ci prova con tutta se stessa.
E' questa vita che, da lei, non si vuol più staccare.

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