domenica 28 luglio 2013

Succo di more.

Le macchie viola sulle labbra di Joe Black - che avrebbe voluto baciare via invece che levare col pollice -, nei suoi pensieri silenziosi di ritorno all'affittacamere di Timisoara, assomigliavano tanto ad un fosco presagio.
Verrà la Morte e avrà i tuoi occhi le tue labbra.
More nere, occhi neri.
Anche André ha gli occhi neri - pozzi di buio in cui s'agitano guizzi sibillini e stonati - che rimbalzano tra il Weaver sdraiato nel letto e lei, quasi volesse aggrapparsi al suo sguardo per far smettere quel qualcosa che gli squassa i nervi. Nervi che lei stessa si ritrova a stringere, intrecciando dita affusolate a quelle dell'uomo in piedi accanto a lei - un istinto come lava liquida.
Joe guarda la sua mano intrecciarsi a quella di André e stringe le labbra, distogliendo lo sguardo - pensieri distillati in tortuosi alambicchi.
« Così ti bruci. »
Aileen non capisce se la premurosa raccomandazione di Black sia rivolta al polpastrello del biondo - un marchio pulsante lasciato dall'accendino - oppure a qualcos'altro, che nessuno vuol dire ad alta voce.
I passi silenziosi sullo sterrato, 'ché la capitale di Bullfinch conserva quel fascino polveroso di un paese costruito sui campi e sul sudore, la portano in strade non ben conosciute, che percorre a memoria dalle indicazioni fornitele dal secondino.
Il sussurro all'orecchio di Dragan, anche solo a mormorarlo, ha avuto la violenza della confessione disperata, un egoistico bisogno di dire per la prima volta ad alta voce parole incastrate in gola come una spina.
Ti ho amato quando tutto mi implorava di smettere.
Non sa perché ha voluto incenerire con un pacato mormorio tutti quei silenzi degli ultimi anni - una calda notte in una cella di Timisoara -, non sa se inconsciamente ha sentito il peso di quella condanna sulle spalle dell'uomo e avesse voluto parlare - prima che sia troppo tardi.
E forse, adesso, ho smesso davvero.
Così come lui, con ingenua o disperata fiducia, crede che lei sappia con sicurezza tirarlo fuori di lì con la testa attaccata al collo. O piedi piantati per terra, 'ché la pena capitale è appendere un uomo finché morte non sopraggiunga.

« Tu non sai niente, Joe Black. »
Non accetta che quell'uomo davanti a lei si scavi la fossa con le proprie mani. Non si salva chi non vuole essere salvato, di sicuro non da se stesso.

In realtà, pensò Aileen svoltando nella terza traversa verso uno sgangherato edificio di legno e mattoni, la paura di non riuscire a fare qualcosa per lui la paralizza; se Dragan morisse, non riuscirebbe più a guardare in faccia Katerina. Se morisse, la Famiglia la ricorderebbe sempre come colei che non è riuscita a fare abbastanza.
Non sono mai abbastanza.

« Questa non è l'ultima volta che ci parliamo. »
Schioccò la lingua sul palato, scacciando la strisciante sensazione di un paio di dita fredde lungo la colonna vertebrale - pronunciare quell'affermazione per convincere se stessa più che chiunque altro.

Lo sguardo immobile di Dragan al di là delle sbarre - solido ferro tra i loro occhi, e non solo nella sua testa - le ricordò tantissimo gli anni passati, il sapore di un'intimità silenziosa e complice, quando le scavava nell'anima per capire come colmare la distanza tra loro.
Questa volta, tuttavia, vi lesse una muta rassegnazione che neanche lei si seppe spiegare.
E, improvvisamente, l'afosa notte di Timisoara divenne gelida.


When God is gone and the Devil takes hold,
who will have mercy on your soul?



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