martedì 1 ottobre 2013

The End.

Greenfield, 2515

Aileen aveva sempre pensato che gli unici morti che avrebbe mai visto sarebbero stati quelli in un letto d'ospedale - candido e asettico -, con gli occhi ben chiusi come se stessero semplicemente dormendo un sonno lungo una vita - sua madre e l'odore del disinfettante.
Era sicura che avrebbe avuto una vita tranquilla, relativamente felice, decisamente ricca; che non avrebbe mai toccato con mano la sofferenza, quella vera, quella che frantuma le ossa ad una ad una e ti ricostruisce perdendosi qualche pezzo, 'ché dopo risulti intero ma ti manca qualcosa.
Ma guardare André inginocchiato sulla riva fangosa, in un giorno di pioggia, affannarsi e recitare una spezzata litania - tipregotipregotiprego - sul cadavere di Skylar, era stato un pugno allo stomaco. L'epifania, la rivelazione, che l'ambiente che aveva preso a frequentare - le persone di cui si era innamorata - avevano ben più di qualche disordine sociale. Aggrappata al suo ombrellino rosso - immobile terrorizzata rotta -, realizzò fino in fondo che le persone, attorno a lei, possono morire da un giorno con l'altro - quattro fori rossi sbocciati nel petto, macerati dall'acqua.
Il sorriso sulla bocca di Skylar, in quell'apparente pace, risultava quasi grottesco - incubi e notti senza sonno, già sapeva. Il prendersi le sue piastrine - di Riley - e il barcollare via, aggrappata ad André quasi fosse l'unica cosa salda in quel mare di consapevolezza che l'aveva colpita come un colpo di pistola a bruciapelo, era stata l'unica cosa logica che era stata in grado di fare. E lo scoppiargli a piangere contro la camicia, qualche passo dopo, la più umana.

Greenfield, 2515

Aileen aveva sempre pensato che Joe Black fosse sparito, inghiottito da questo 'Verse così spietato che non fa prigionieri - sbattuto in carcere per una vita intera. Non era affatto preparata ad inciamparci in un sentiero fangoso di Greenfield - lui e il Lupo dagli occhi blu -, non era affatto preparata a vedere la situazione degenerare davanti ai suoi occhi, in un battito di ciglia - in un colpo di pistola.
Zakhar Moriarty, un pugno, Myar e un colpo in pancia. Il mettersi in mezzo - tra lei e l'uomo che un tempo aveva amato - l'aveva fatto senza neanche pensarci troppo, lasciando cadere quello stesso ombrellino rosso del giorno del macabro ritrovamento.
Joe aveva sparato, senza riflettere - senza voler fermarsi - e il proiettile si era piantato, beffardo, accanto a lei, nel terreno fangoso poco fuori Oak Town. Le aveva sparato. Come se si fossero catapultati indietro di anni e anni - di una vita intera - e lui fosse semplicemente lo spietato criminale che l'aveva trascinata via dalla Villa del suo cliente per un colpo andato male. Anni inceneriti dal rombo di una pallottola.
Aveva perso i sensi subito dopo, un colpo di taglio alla nuca. E, in un certo senso, era stato un sollievo - troppi i ricordi contro cui combattere.

Badass, 2515

Aileen aveva sempre pensato che ritornare su quella nave, in cui tutto è cominciato, sarebbe stato diverso. Completamente diverso. Che non si sarebbe trovata incatenata per le caviglie alla parete di una cabina, che non avrebbe guardato Myar venir trascinata fuori, che non avrebbe sentito uno sparo - violento quanto il dolore che le stava spezzando il cuore - rimbombare fuori, nella stiva - tre morti tre vite tre fantasmi.
Alec aveva gli occhi di chi non poteva fare nulla se non guardarla - impotente, disperato -, 'ché lei l'ha sempre saputo che Fenix era un bravo soldato: obbediente, leale - il ricordo di una notte in un corridoio di Hall Point, la sua schiena sotto le unghie.
Il saluto che le ha fatto uscendo dalla cabina suonava così definitivo, alle sue orecchie, che nemmeno Blaze e le sue parole - morirai - aveva avuto così tanto effetto; che il suo chiamarla Leen - ancora un'altra coltellata - e il suo chiederle come diavolo ci siano arrivati lì, in quella situazione, l'ha semplicemente fatta piangere. Non avrebbe saputo rispondere, in realtà, neanche se ci avesse riflettuto tutta una vita - quella che stava per perdere.
Il bacio d'addio del Lupo aveva un retrogusto amaro, familiare, come se qualcosa che avesse smarrito ormai tanto tempo fa, tra le pieghe dei ricordi, tornasse a carezzarle la memoria con mano ruvida ma dolce. Morire, pensò stupidamente, fa diventare poetici.

Badass, 2515

Aileen aveva sempre pensato che il Karma li avrebbe riportati lì, esattamente in quella cabina.
Sangue con sangue, Aileen Ward.
E se il primo era stato un taglio sulla mano e una stretta per amicizie future, il dolore che le sbocciò tra i polmoni fu violento e improvviso, risucchiandole qualsiasi respiro sulle labbra che Joe stava premendo sulle sue - dolce anestesia per non sentire nulla se non il suo ultimo bacio.
Non era scritto che Aileen avrebbe avuto un futuro felice e tranquillo; non era scritto che un'Accompagnatrice potesse sopportare tutto questo ancora a lungo, senza subirne le conseguenze: perché lei, una coscienza, ce l'ha ancora; non era scritto che loro due potessero stare insieme, non in questa vita.
Non era scritto.
Eppure per qualche motivo, da sciocca sognatrice, l'aveva pensato davvero.
19:19 Aileen [Badass|Cabina]   « Trema, malgrado la pelle del Weaver sia bollente attraverso la stoffa, attraverso quel bacio che la stordisce, quasi fosse l'anestesia, per non sentire nulla se non lui e la carezza delle sue labbra. La canna della Multigun è gelida, sopra la stoffa sottile della camicetta. Si chiede, scioccamente, se si provi tutto quel freddo, a morire. Il colpo di pistola arriva improvviso, tuttavia, in un rombo secco che non riesce a collegare subito al dolore che le sboccia, repentino, tra i polmoni. La stoffa bianca - l'unico indumento di quel colore che indossa - della camicia si tinge di rosso, laddove il proiettile le ha spezzato il cuore, senza possibilità di appello. Ha sgranato gli occhi, nell'impatto, senza poterne fare a meno; pulsa ancora un paio di volte, in cui lo fissa senza realmente vederlo, forse, o magari non vuole chiudere gli occhi finché non muore, tra le sue braccia. In quella frazione di secondo, pensa distintamente a due cose. La prima è una sua holografia, di quando era bambina, in un vestitino rosso, raggiante; la madre e il padre la fanno dondolare verso l'obiettivo, reggendola per le manine, e Michael si regge in una gran risata alla schiena del padre. Poi pensa ad Huck, sulla Spacesick a giocare a carte, da solo; si chiede per l'ultima volta se quello che ha sentito sotto le dita, malgrado lui adesso stia con Edwards, era davvero rimpianto. Non fa tanto male, si dice, mentre il buio comincia ad afferrarle la coscienza. Non fa male come pensava. E poi, Aileen Ward muore; e tutto quello che ha pensato o vissuto si dilegua e sparisce per sempre, in uno sfarfallio di ciglia. » [/end - quella vera]
L'ultimo bacio, mia dolce bambina,
brucia sul viso come gocce di limone.
L'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove, piove.
L'ultimo abbraccio, mia amata bambina,
nel tenue ricordo di una pioggia d'argento,
il senso spietato di un non ritorno.


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